Le arie più belle nella lunga estate maceratese


Il Macerata Opera Festival va in scena anche quest’anno tra il 22 luglio e il 13 agosto regalando emozioni uniche nella suggestiva arena della città marchigiana. Gioiello d’acustica e d’architettura, lo Sferisterio è la location perfetta per ascoltare le più belle opere liriche e far trascorrere piacevolmente le serate estive.

Nel 95° anniversario della prima rappresentazione teatrale dell’Aida di Giuseppe Verdi allo Sferisterio, Macerata rende omaggio al grande compositore allestendo altre due opere in quattro atti di notevole pregio: l’Otello e Il Trovatore. Ad esse, si aggiunge la Norma di Vincenzo Bellini, trovando ispirazione nel Mediterraneo, tema delicato di quest’anno del Macerata Opera Festival: “Il Mediterraneo che rappresentiamo è crocevia di culture e di legami che intrecciano le diverse sponde, è luogo d’incontro e di scontro tra valori e archetipi”.

Il cast è anche per quest’edizione di portata internazionale e promette belle sorprese dal tenore americano Stuart Neill nei panni del geloso Otello, al baritono italiano Roberto Frontali in quelli di Jago. Sul palco si alterneranno nel corso delle serate e delle rappresentazioni ben quattro direttori d’orchestra: Francesco Ivan Ciampa e Daniel Oren per Il Trovatore, Riccardo Frizza per l’Otello e Michele Gamba per la Norma.

Il Festival si presenta quindi come ottima occasione per assaporare la musica lirica ma anche per vivere la città e scoprirne le bellezze, accompagnati dalla calda accoglienza dei marchigiani. Nel corso delle serate dedicate alla musica infatti tutta la città vibra su queste corde e offre ai turisti un’esperienza unica anche dei sapori. Molti ristoranti infatti tra luglio e agosto propongo dei menu ad hoc ispirati alle opere e ai compositori omaggiati allo Sferisterio.

Ma la città marchigiana va ben oltre l’ottima musica e i sapori raffinati. Decidendo di pernottare in uno degli incantevoli Hotel nelle Marche sarà possibile scoprire anche l’anima storica di Macerata, attraversata da secoli di avvenimenti, tra alti e bassi, tra saccheggi e vittorie, tra cadute e ascese. Percorrere le vie tardorinascimentali, affacciarsi sulla piazza del principale, ammirare la cattedrale quattrocentesca (anche se ricostruita) e godersi il paesaggio tipicamente marchigiano, per poi la sera affacciarsi su una delle opere architettoniche più importanti e stravaganti costruite da Ireneo Aleandri e ascoltare, con l’anima del tutto assorta dalla musica una delle liriche più belle, senza pensare troppo al fatto che quel posto dall’acustica perfetta in realtà era stato progettato, nel 1823, per essere una specie di stadio. Quando ancora il calcio non si era diffuso e ad infervorare gli animi era un gioco chiamato “pallone col bracciale” lo Sferisterio era preso d’assalto dai tifosi di una delle due squadre e poteva arrivare a contenere anche 10.000 persone. Poi i tempi sono cambiati.

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