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Filosofia orientale: il significato dello Yin e Yang


Il simbolo di Yin e Yang, oggi, è un vero e proprio emblema del mainstream, un’icona divenuta pop e che si diffonde nelle forme più molteplici, dai tatuaggi agli adesivi, dai ciondolo Trollbeads all’abbigliamento. Si tratta di un’icona antichissima, propria della filosofia cinese presente nel taoismo e nel confucianesimo, che evoca parabole, narrazioni millenarie, significati che viaggiano su un piano di astrazione purissimo e che poi ripiombano nel mondo di tutti i giorni sotto forma di tavolino da soggiorno.

Il vero significato di Yin e Yang

In molti credono che Yin e Yang, con la sua contrapposizione di bianco e nero e il piccolo cerchio di colore opposto che i due semicerchi inglobano in sé, esprima l’impossibilità di un bene e di un male assoluti. In effetti, l’interpretazione non è poi eccessivamente distante dalla realtà. Tuttavia, spiegare in questo modo un simbolo talmente forte, intenso e antico appare una banalizzazione del tutto inaccettabile, capace di inaridire un concetto ben più articolato e suggestivo.

Dietro il simbolo di Yin e Yang c’è tutto un apparato filosofico basato sulla relativizzazione delle percezioni e della conoscenza umana. L’icona spiega come nulla esiste in maniera assoluta e che l’intera esistenza può essere decodificata solo in relazione a qualcos’altro che ne possa esprime il grado e l’intensità. E che tutto ciò che c’è possiede dentro di sé il germe del suo opposto, che non può essere visto come l’altro lato di una retta, quanto semmai di una circonferenza, che si chiude sempre e comunque in un’entità unica.

Così, possiamo conoscere la notte perché sappiamo che esiste il giorno e che l’una nasce al morire dell’altro; la luce ha senso perché si contrappone al buio; percepiamo la vita poiché sappiamo che esiste la morte; percepiamo il caldo perché conosciamo il freddo.

Non è un caso che, secondo la filosofia del Tao, prima dell’universo non esisteva che il Wu Chi, il Nulla, e la creazione fu un processo di divisione, di creazione degli opposti; lì, nello spazio tra gli estremi, si crea ciò esiste e ciò che possiamo percepire. Gli opposti sono solo ciò che serve a noi per conoscere, apprendere, percepire.